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La terapia del disturbo del gioco d’azzardo si individualizza progressivamente all’interno di riferimenti teorici che:
a) contemplano alcuni canoni di trattamento della dipendenza;
b) richiedono la specificazione per l’addiction da gioco d’azzardo patologico;
c) si applicano alla singolarità di ogni individuo con la propria vulnerabilità bio-psico-sociale.
La domanda di aiuto è spesso indotta, più raramente autonoma. La terapia pertanto comprende, già dal suo inizio, il trattamento di chi, all’interno della famiglia d’origine o acquisita, si rende disponibile a un progetto di speranza.
La richiesta di aiuto autonoma giunge sull’onda della fase della “disperazione”, intrisa di una drammaticità che non esclude un rischio suicidario.
Il trattamento si articola dal “controllo” del sintomo, al consolidamento dell’alleanza di lavoro con la famiglia, alla gestione dei debiti da gioco, alla rilettura dei meccanismi cognitivi e del pensiero magico propri del giocatore patologico, all’individuazione delle motivazioni e delle dinamiche retrostanti il disturbo, alla prevenzione delle ricadute e al follow-up.
Leopoldo Grosso
Psicologo e psicoterapeuta, è attualmente presidente onorario del Gruppo Abele, di cui ha coordinato il settore accoglienza ed è stato direttore dell’Università della Strada. Professore a contratto presso il corso di Laurea Magistrale di Psicologia – IUSTO, insegna “Prevenzione e trattamento delle dipendenze” e “Pedagogia della devianza”. Consulente e formatore di enti pubblici e privati, collaboratore della rivista “Animazione sociale”, è autore di numerose pubblicazioni, tra cui: “Affetti e AIDS” con P. Molinatto (1998); “La comunità terapeutica per persone tossicodipendenti” con M. Coletti (2012); “Un metodo in continuo divenire” con M. Daprà (2016); “Preparati all’incertezza” con A. La Gioia (2017). Ha curato “L’atlante delle dipendenze”, con F. Rascazzo (2014) e “La questione cannabis” (2018).
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