CICLO DI 3 CORSI ACCREDITATI ECM APERTO A TUTTE LE CATEGORIE MEDICHE
Il gioco d’azzardo patologico appiattisce la vita delle persone in una forma di consumo dissipativo: non è in gioco il consumo di un bene ma il consumo stesso della vita. Seguendo le riflessioni che lo psicoanalista Massimo Recalcati ha compiuto sulla condizione del soggetto nell’epoca ipermoderna possiamo vedere nel giocatore d’azzardo patologico un esempio paradigmatico dell’uomo senza inconscio perché il consumo compulsivo ha preso il sopravvento su ogni legame con gli altri e con se stessi. Gli operatori dei servizi di cura si confrontano ogni giorno con storie di vita dove i giocatori patologici hanno dilapidato non solo tutti i loro beni, ma anche affetti e legami. A livello sociale la situazione non sempre è percepita in tutta la sua gravità e diffusione epidemica. Diventa cruciale allora poter approfondire questo argomento cercando di tener presenti le esigenze di formazione continua degli operatori impegnati direttamente sul campo e considerare allo stesso tempo la questione del gioco d’azzardo patologico come un tema politico che coinvolge tutti i cittadini.
I tre incontri formativi su “L’uomo senza inconscio e il gioco d’azzardo patologico” risponderanno a questa esigenza grazie all’intervento di tre dei maggiori esperti su questo tema: Maurizio Fiasco, Mauro Croce e Daniela Capitanucci. Verranno prese in esame le coordinate socio-economiche che caratterizzano il fenomeno, i nuovi volti del giocatore patologico, le sfide attuali e le strategie dei servizi di cura. Le riflessioni più aggiornate e i contributi di ricerca più recenti verranno condivisi e discussi con i partecipanti agli eventi formativi partendo dalla convinzione che la strada migliore per contrastare il consumo dissipativo dell’azzardo patologico è quello di costruire una cultura clinica e sociale che scommette sulla generatività dei legami.
CICLO DI 3 CORSI
Relatore: Prof. Mauro Croce
Sala Stamura (accanto alla Mole Vanvitelliana) – Ancona
Partecipanti: 100
PROGRAMMA
14.00 – Modelli interpretativi del disturbo da gioco d’azzardo patologico
15.00 – Comprendere il significato della sofferenza
16.00 – La soggettività dei giocatori post-moderni
17.00 – Rifugi della mente e possibili vie d’uscita
Al di là dei diversi modelli di lettura e dei tentativi di interpretazione , il disturbo da gioco d’azzardo si presenta come un fenomeno complesso, dai contorni incerti, estremamente sfuggente, di difficile classificazione e dalla eziologia incerta. Nonostante le innumerevoli ricerche ed i diversi modelli proposti dalle diverse discipline, i modelli interpretativi a disposizione nel comprendere le motivazioni sottese , le cause, ed anche i trattamenti non possono non lasciarci soddisfatti. Ma è anche il caso di ammettere come, anche quando si giungesse ad oggettivare e descrivere l’insieme dei meccanismi biologici, neurofisiologici e dei comportamenti appresi delle addiction e del gambling questo probabilmente non aggiungerebbe molto alla comprensione del significato della sofferenza ed alla possibilità di incontrarla e curarla clinicamente. Anche perché se è noto come, all’interno del contenitore diagnostico “disturbo da gioco d’azzardo” i soggetti che vi appartengono costituiscono una categoria tutt’altro che omogenea, è anche sempre più evidente come i giocatori post-moderni ricerchino nel gioco non tanto l’occasione di esibizione, sfida, agonismo, quanto una via di fuga dal mondo reale e di immersione in un, in una realtà parallela, in un rifugio della mente.
Relatore: Prof.ssa Daniela Capitanucci
Mole Vanvitelliana – Ancona
Partecipanti: 100
PROGRAMMA
9.00 – Saper leggere le spie del fenomeno
10.00 -I contesti dell’incontro
11.00 – Forme e livelli dell’intervento
12.00 – Sostenere la sinergia degli interventi
Una lezione in cui si effettuerà una analisi del contesto e dei bisogni specifici di assistenza, cura e supporto generati dal disturbo da gioco d’azzardo patologico (sopra e sotto soglia).
Si proseguirà delineando le tracce di interventi possibili e differenziati da attuarsi nei molteplici servizi coinvolti (socio-sanitari, servizi sociali di base, ma anche giuridici per quel che concerne sia l’area civile – gestione del sovra indebitamento legale, ricorsi all’istituto dell’amministratore di sostegno, differenti approcci a pratiche ordinarie quali ad esempio separazioni, divorzi e successioni – sia quella penale – reati connessi alla patologia, in particolare commessi in conseguenza della stessa), nonché i nuovi modelli organizzativi che – solo attraverso una reale forte integrazione tra professioni che spesso non hanno l’abitudine a dialogare tra loro – possono garantire l’efficace presa in carico delle famiglie colpite da questo disturbo. Infine si farà qualche cenno in merito alla prevenzione ambientale/strutturale senza la quale nessuna prevenzione educativa può avere un senso.
Input your search keywords and press Enter.